Linee guida Asco sul cancro cervicale
Linee guida Asco sul cancro cervicale stratificate per disponibilità di risorse
L'American society of clinical oncology (Asco) ha pubblicato le sue prime linee guida pratiche sul cancro cervicale invasivo che hanno ricevuto l'endorsement della Society of Gynecologic Oncology. C'è un aspetto innovativo e peculiare in questo documento: a causa delle ampie disparità a livello globale sia nello screening sia nell'assistenza, le linee guida sono state redatte in modo "stratificato" in base alle risorse, forniscono cioè raccomandazioni che sono commisurate alla disponibilità di risorse sanitarie delle specifiche regioni geografiche. «È la prima volta che linee guida sono prodotte secondo questa modalità» affermano gli esperti dell'Asco. Il cancro cervicale è in gran parte prevenibile, riportano gli estensori, ma l'accesso allo screening e al conseguente trattamento varia in modo considerevole tra i diversi Paesi e all'interno dei singoli Paesi. Circa 250mila donne muoiono di cancro cervicale ogni anno e la grande maggioranza di questi decessi avviene nelle regioni meno sviluppate del mondo come l'Africa, l'India, il sud-est asiatico e l'area del Pacifico occidentale. «In tali zone gli accessi a strutture di patologia, chirurghi esperti, apparecchiature radiologiche, brachiterapia, chemioterapia e cure palliative possono essere tutti limitati» ha detto Linus Chuang, docente di ostetricia, ginecologia e scienze della riproduzione all'Icahn school of medicine at Mount Sinai di New York e componente del panel di esperti Asco che ha messo a punto le linee guida. Almeno due terzi delle donne che muoiono per questa patologia non ha avuto uno screening regolare, ha aggiunto Jonathan S. Berek, docente di ostetricia, ginecologia e oncologia ginecologica presso la Stanford university school of medicine in California e co-presidente del gruppo di esperti Asco. «Se siamo riusciti a migliorare lo screening e la vaccinazione per l'Hpv in tutto il mondo, dovremmo essere in grado di ridurre in modo considerevole la mortalità da cancro cervicale» ha sottolineato Berek.
Il panel internazionale e multidisciplinare di esperti ha condotto una revisione sistematica della letteratura medica pubblicata dal 1966 al 2015 e successivamente ha considerato 5 set di linee guida attualmente vigenti di varie società scientifiche: Cancer care Ontario (Cco) canadesi, European society of medical oncology (Esmo), the Japan society of gynecologic oncology (Jsgo), National comprehensive cancer network (Nccn) americane e World health organization (Who o Oms). Gli esperti Asco hanno strutturato le loro raccomandazioni basate sull'evidenza secondo 4 livelli di risorse: scarse, limitate, maggiori e massime. Per ognuno di questi livelli, così come per ogni stadio del cancro cervicale, le linee guida raccomandano la terapia e le cure palliative ottimali. Nel complesso, l'obiettivo è quello di fornire alle donne le terapie e gli interventi di cure pallative basati sull'evidenza più efficienti; se questi non sono facilmente accessibili la paziente potrebbe aver bisogno di essere trattata con modalità di livello inferiore a seconda delle possibilità e delle risorse locali in termini di chirurgia, chemioterapia, radioterapia, cure palliative e di supporto.
Di seguito alcune delle raccomandazioni-chiave:
1) In condizioni di scarsità, dove la radioterapia non è tra le opzioni disponibili, un'isterectomia extrafasciale sia da sola sia dopo chemioterapia può essere un'opzione per donne con cancro cervicale di stadio IA1 o IVA.
2) La combinazione di radioterapia e chemioterapia è lo standard di cura nei setting maggiori e massimi per le donne in stadio da IB a IVA di malattia. Viene sottolineata la rilevanza dell'aggiunta di chemioterapia a basse dosi alla radioterapia, ma non al costo di ritardare la radioterapia se la chemioterapia non è disponibile.
3) In aree con risorse limitate, dove la brachiterapia non è disponibile, un'isterectomia extrafasciale o una modificazione in pazienti che hanno un tumore residuale da 2 a 3 mesi dopo una chemioradioterapia combinata è raccomandata.
4) Le pazienti in stadio IV o con cancro cervicale recidivante in condizione di scarsità possono ricevere un singolo agente chemioterapico (carboplatino o cisplatino).
5) Per le pazienti che non possono essere trattate con intento curativo la radioterapia palliativa dovrebbe essere usata per dare sollievo ai sintomi del dolore e al sanguinamento, se le risorse sono disponibili.
6) In condizioni di scarsità di risorse regimi di radioterapia singoli o di breve durata possono essere usati per nuovi trattamenti in caso di sintomi persistenti o ricorrenti.
7) Se è possibile effettuare assistenza con follow-up, una biopsia conica è raccomandata per le donne con malattia in stadio 1A2 in condizioni di risorse scarse e una conizzazione più una linfoadenectomia è raccomandata nei setting limitati. Per le pazienti in ambiti potenziali maggiori o massimali è raccomandata una trachelectomia radicale per quelle con cancro cervicale in stadio IB1, con dimensione del tumore fino a 2 cm che desiderano una chirurgia che risparmi la fertilità.
«Indipendentemente dalle risorse, i fornitori di cure dovrebbero sempre sforzarsi di fornire il più alto livello di assistenza a tutte le donne con cancro cervicale» ha sottolineato Berek. «Queste linee guida sono un punto di partenza. Noi speriamo che possano generare una discussione e comunque molto ricerca è ancora necessaria in questo campo».